Pavia, la squadra vola ma è fuga dal Fortunati
Azzurri nei play off, eppure gli spettatori sono diminuiti dell’11%
di Luca Simeone wPAVIA Da anni, dopo tante stagioni sofferte, il Pavia non stava così in alto in classifica. Ma in pochi sembrano accorgersene. Gli azzurri di Roselli dopo la vittoria contro la Reggiana di domenica scorsa sono entrati in zona play off, eppure la città del tifo resta fredda, freddissima, se è vero come è vero che il numero di spettatori al Fortunati è addirittura diminuito rispetto all’anno scorso, quando tra l’altro il Pavia disputò per buona parte un campionato disastroso che certo non invogliava i suoi sostenitori. Così da una media di 749 spettatori paganti (abbonati compresi) della stagione 2011-2012, conclusa con una sudatissima salvezza allo spareggio, si è passati ai 667 di questa prima parte di torneo 2012-2013, dunque con un calo dell’11% (secondo quanto riporta il sito
www.stadiapostcards.com) per non parlare del raffronto con due anni fa, al rientro in Prima divisione dopo il ripescaggio, quando la media in casa fu di 1.050 spettatori. Quest’anno il risultato è ben più negativo nonostante che il Pavia abbia già giocato al Fortunati con il Lecce, la squadra più blasonata del girone A di Prima divisione (lo scorso anno era in serie A), che non a caso ha fatto registrare il più alto risultato in termini di spettatori (1.336). Quanto appaiono lontani i tempi (in realtà solo qualche stagione fa) in cui era ben altra la media di spettatori che seguivano un Pavia ugualmente lanciato: 2.502 a partita nel 2004-2005 e 2.037 l’anno successivo. I confronti sono purtroppo tutti negativi. Quest’anno il Pavia è al 12° posto nel girone A della Prima divisione quanto a media spettatori, davanti solo a FeralpiSalò, San Marino, Lumezzane, Portogruaro e Tritium. Impietoso soprattutto il confronto con città come Cuneo, con una squadra inferiore a quella azzurra ma che è seguita in casa dal doppio di spettatori. Se poi si prende in considerazione anche l’altro girone della ex C1, il quadro si fa ancora più scoraggiante: nel raggruppamento B di Prima divisione soltanto il Sorrento (appena 394 spettatori in media, ma è ultimo anche nella classifica vera e propria) ha meno supporter del Pavia, sopravanzato anche da Carrarese e Barletta fanalini di coda. Il calo di spettatori, oltretutto, pare colpire solo Pavia e poche altre realtà. Emerge infatti che nel complesso, tra girone A e girone B della Prima divisione, rispetto all’anno scorso la media di presenze allo stadio è rimasta sostanzialmente invariata: da 3.978 a 3.932. E in quasi tutti i casi le società che presentanto un saldo negativo sono anche quelle che stanno disputando un campionato deludente. Un peccato, in ogni caso, questa disaffezione di Pavia verso la propria squadra, che invece oltre a una stagione finora al di là delle aspettative ha regalato spesso gare belle ed emozionanti, basti pensare al doppio 2-2, con duplice rimonta, contro Lecce e Trapani. Se il Fortunati appare semideserto, c’è da rilevare che nelle gare esterne il Pavia può godere del supporto di un nocciolo duro di tifosi che non fa mancare la propria presenza.
Zanchi: «Questo Pavia meriterebbe più tifosi»
L’amministratore delegato sul calo di spettatori nonostante il bel campionato «Per invogliare a venire allo stadio possiamo solo continuare a far bene»
di Luca Simeone wPAVIA La speranza di vedere più pubblico c’era. E, nonostante tutto, rimane. Alessandro Zanchi, amministratore delegato del Pavia, sembra essersi fatto una ragione dello scarso seguito attorno alla squadra, anche quest’anno a dispetto di un ottimo campionato. Ma allo steso tempo non perde la fiducia, anche se i numeri sono abbastanza deprimenti: il Pavia ha perso in media un’ottantina di spettatori a gara rispetto all’anno scorso (-11%), quando gli azzurri per oltre metà torneo disputarono un campionato disastroso. Di più: solo sei club dei 33 totali di Prima divisione hanno una media spettatori inferiore a quella del Pavia. «In generale – dice Zanchi – le nuove norme sull’ingresso negli stadi hanno reso tutto più difficile, e poi molti stadi non sono certo accoglienti, in particolare per le donne o i bambini. Quanto a Pavia, spesso si è detto che i risultati non brillanti potevano giustificare una scarsa affluenza di pubblico, che però è un supporto importante sia per la squadra che per la società. C’è ancora tempo, però credo che questi ragazzi meriterebbero qualcosa di più. C’è anche da dire che il Pavia non possiede quel nucleo importante di tifosi che hanno le società che sono state anche in serie A. Speravamo effettivamente in un interesse maggiore da parte della città, ma non possiamo fare altro che continuare così per cercare di invogliare la gente a venire a vedere la squadra. Tra l’altro in casa il Pavia ha spesso disputato belle gare con avversari anche di rango come Lecce o Trapani: erano gare che valevano il prezzo del biglietto». In società si riflette sulla possibilità di lanciare nuove promozioni, «anche se già l’abbonamento è una forma di promozione, oltre al fatto che noi gestiamo un’azienda e non intendiamo nemmeno svalorizzare il nostro prodotto. Non escludiamo però iniziative per stimolare l’interesse attorno al Pavia, ci stiamo ragionando». Nel frattempo, Zanchi smorza le voci di trattative con eventuali altri partner disposti ad entrare nel club: «Abbiamo sempre detto che siamo ben disposti a parlare con chiunque si dimostri serio, cedendo una quota o persino facendoci da parte se ci fosse qualcuno convinto di poter fare meglio, non dimenticando che in questi anni questa società l’abbiamo fatta crescere. Ma in questo momento non c’è assolutamente nulla».