A.C. PAVIA

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view post Posted on 24/1/2012, 15:55     +1   -1
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L’A.C. Pavia comunica di avere affidato la guida tecnica della prima squadra a Giorgio Roselli, in passato allenatore di Alessandria, Triestina, Varese, Viterbese, Mantova, Cremonese, Grosseto e Bassano Virtus. Claudio Sangiorgio, allenatore in seconda già dall’inizio della stagione che ha guidato la squadra nelle ultime cinque gare, resta legato alla società con altre mansioni. La conferenza stampa di presentazione del nuovo mister è fissata a mercoledì 25 gennaio alle 12.
 
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Calisti e il Pavia in crisi «Ultimi, ma lottiamo»

Il vicepresidente: «Una serie C unica già l’anno prossimo? È possibile»


di Luca Simeone wPAVIA «Saremmo potuti scomparire come tanti club, invece siamo qui a lottare, orgogliosamente, sia pure da ultimi in classifica». Armando Calisti lo dice dopo aver espresso l’amarezza per questo campionato del centenario da incubo per il Pavia, che nessuno si sarebbe immaginato. «Spiegazioni? In questi casi la cosa più difficile è capire perché succede quello che succede – dice il vicepresidente del Pavia – si è creata una situazione negativa che è molto difficile ribaltare. Purtroppo la mia esperienza mi aveva portato a dirlo già qualche tempo fa. Chi si poteva aspettare questo filotto di sconfitte? La squadra non sarà da vertice, ma nemmeno così scarsa. Soluzioni? Se le avessi ne saremmo già usciti. Capitasse una volta di vincere con un solo tiro in porta, come succede ad altri, magari cambierebbe il nostro campionato...». Calisti, che pur avendo lasciato il timone della società alla famiglia Zanchi continua a seguire gli azzurri («Le gare in casa le ho viste tutte»), avalla il doppio cambio di allenatore. «L’esonero di Domenicali? E’ certamente un grande tecnico, ma non c’era il feeling con la squadra e le cose si stavano già evolvendo in un certo modo», dice Calisti, che ha il dento avvelenato soprattutto con il secondo allenatore della stagione, Rosario Pergolizzi: «La sua decisione di lasciare dopo sei partite non mi è piaciuta, questa mancanza di fiducia non ci ha certo aiutato». Dopo le dimissioni il tecnico palermitano, pur elogiando il club, disse che il Pavia pecca forse di inesperienza a livello societario. Calisti rincara la dose: «Sì, se fossimo stati più esperti non l’avremmo chiamato ad allenare la squadra... Abbiamo provato due volte a cambiare tecnico ma non è servito. Devo anche dire che io ho cambiato un tecnico, Torresani, dopo nove anni e se tornassi indietro non lo rifarei mai. Ma sono cose che si possono dire a posteriori: lì per lì ero convinto di aver fatto la scelta giusta. Si pensa sempre di aver fatto il meglio e invece magari ne viene fuori un flop. E vorrei anche sottolineare che oltre alla delusione sportiva c’è quella economica: quando si perde si perdono anche dei soldi, e se dovessimo arrivare ultimi ci sarebbe un taglio del 20-30% dei contributi per l’impiego dei giovani». In una situazione del genere, con le speranze di riemergere che si affievoliscono , è innegabile che si pensi anche alla riforma dei campionati di Lega Pro che prevede nel giro di due-tre anni una riduzione del numero di squadre dalle attuali 76 a 60, con una categoria unica (Prima divisione ovvero serie C) divisa in tre gironi. «L’idea è quella – ribadisce Calisti, che è anche consigliere di Lega – visto l’altissimo numero di abbandoni di club per le difficoltà economiche, si pensa di portare avanti meno club ma più solidi economicamente».Tra questi c’è il Pavia, e visto che ogni anno sono parecchie le società non in grado di iscriversi al campionato, la riforma potrebbe partire già dal prossimo anno, salvando in qualche modo il Pavia dalla discesa nella categoria inferiore? «Non escludo nulla, ma non sono a conoscenza della situazione delle singole società – spiega Calisti – di sicuro non si procederà a ripescaggi nel caso in cui alcuni club dovessero rinunciare all’iscrizione».








 
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Pavia, tre giocatori in lizza per la fascia da capitano
08.08.2012 11:40 di Nicolò Schira - twitter: @BomberNiko articolo letto 321 volte
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com


Il capitano designato, al Pavia, sarebbe dovuto essere con ogni probablità Gianluca Fasano, ma il ritorno di Francesco Ferrini in riva al Ticino potrebbe aprire nuovi scenari per il ruolo di capitano del Pavia. L'ex spezzino in passato nella precedente avventura in azzurro aveva indossato in diverse occasioni i galloni di capitano. Chissà che fra i due "contendenti" alla fine non possa spuntarla un terzo come Giovanni La Camera, anch'egli capitano nella scorsa annata seppur a Benevento.
 
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Pavia, ora corri di più» Zanchi suona la sveglia

L’amministratore delegato: «Il peggior inizio con la migliore squadra» Nel mirino la preparazione: «I “senatori” devono trascinare anche gli altri»

AZZURRI FERMI AL PALO

«Siamo usciti dalla coppa Italia e abbiamo perso le prime due di campionato: per il Pavia è la peggior stagione da che milita in Prima divisione. E proprio nell’anno in cui abbiamo la miglior squadra e il miglior mister». Gli azzurri sono a zero dopo due partite, ma Alessandro Zanchi, amministratore delegato del Pavia, non è scoraggiato: «Se il gruppo si ritrova, e se recupera in fretta brillantezza e dinamicità in campo – aggiunge Zanchi – quello appena iniziato non sarà un campionato in salita come quello dell’anno scorso». Partiamo da qui: domenica a Bolzano il Pavia è sembrato imballato. «E’ un dato di fatto: ancora non stiamo giocando come mister Roselli vuole che giochiamo. La squadra deve registrarsi, deve correre in campo e correre bene: è questo, ritengo, la caratteristica fondamentale per far bene nella categoria. Il Pavia deve essere più solido e compatto». E perchè nelle prime due di campionato il Pavia non è stato abbastanza dinamico? «I giocatori non sono ancora in condizioni ottimali. La squadra ha lavorato intensamente e bene, ma ancora la preparazione non è al livello richiesto». Preparazione da completare a livello di squadra: qualche nome in particolare? «Solo un paio di esempi per rendere meglio l’idea di quello che voglio dire. Ferrini è arrivato ad agosto inoltrato nel primo periodo, a La Spezia, non ha fatto la preparazione. E poi Capogrosso che è rimasto fermo per venti giorni per smaltire uno stiramento. Mister Roselli, in ogni caso, sta lavorando priprio su questi aspetti per evitare, ripeto, che la stagione sia in salita come quella dell’anno passato». E’ un attestato di fiducia al tecnico? «Certo. Mister Roselli è il miglior tecnico di questa gestione del Pavia. La fiducia è completa. Tanto più che, nonostate il doppio passo falso, qualcosa di nuovo si è visto». Nel dettaglio: quali sono state le novità positive? «In avanti, anche domenica a Bolzano, ho visto meccanismi più raffinati. Ma non è questo il punto: più che sui singoli reparti dobbiamo ragionare sul collettivo. E’ la squadra che deve crescere tutta insieme». Qualcuno ha più responsabilità degli altri? «Quando si chiede a tutta la squadra di crescere e trovare compattezza, in qualche modo si chiede agli anziani, ai più esperti della categoria, di lavorare per amalgamare del gruppo. Nella categoria è il gruppo che esalta il singolo: su questo, ritengo, dobbiamo lavorare per arrivare alla svolta già domenica prossima con il Lumezzane».
 
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Roselli: «Non esaltiamoci Ora servono tre acquisti»

L’allenatore azzurro: «Gara difficile, ma la coscienza dei limiti è la nostra forza» Zanchi: «Tre punti d’oro». Zauli: «Noi vivi fino alla fine nonostante l’inferiorità»




di Luca Simeone wPAVIA Il Pavia entra in zona play off e ci rimarrà anche domenica prossima, quando riposerà, visto che i punti di vantaggio sulla sesta (il Lumezzane) sono 3. Ma come sempre, mister Giorgio Roselli spinge sul freno. «Se fossimo a due terzi del campionato sarebbe un’ottima classifica – dice l’allenatore – ma visto che non siamo nemmeno a metà non esaltiamoci troppo. Speriamo di recuperare qualche infortunato, ma nel mercato di gennaio bisognerà riequilibrare un po’ la squadra per centrare il nostro obiettivo, che resta la salvezza, magari con qualche giornata di anticipo: arriverà una punta, e poi ci servono un centrale di difesa e un centrocampista. Di sicuro tutti giovani». Il Pavia con la Reggiana ha ottenuto il massimo in una delle prestazioni meno brillanti della stagione. «La gara sarebbe stata già difficile se fossimo stati a pieno organico – dice Roselli – perché la Reggiana è una squadra con tanti elementi validi, anche se è stata risucchiata nelle zone basse della classifica. Con tutte queste assenze, senza Beretta e anche Meza Colli, e poi in corso di partita con due giocatori fondamentali come Statella e La Camera a mezzo servizio per gli acciacchi, è diventata ancora più difficile. E’ vero che eravamo in 11 contro 9, ma con un attacco spuntato. Era una partita che si sarebbe potuta sbloccare solo su un calcio piazzato o su un’invenzione, e così è stato». Vittoria stentata, che ha evidenziato certe difficoltà del Pavia: «Queste partite servono a farci capire quali sono i nostri limiti, ma la consapevolezza dei propri limiti è la forza della squadra. Il giorno in cui non dovesse essere così, avremo dei problemi». Soddisfatto il presidente Pierlorenzo Zanchi: «Era una gara psicologicamente difficile per noi. In casa facciamo sempre un po’ fatica e con la Reggiana è arrivata un bella vittoria, con un gol da serie A. Sono tre punti d’oro che ne valgono sei. Questo è un grande gruppo e la nostra posizione in classifica è meritatissima». Non nasconde l’amarezza il tecnico della Reggiana Lamberto Zauli: «Purtroppo abbiamo commesso delle assurde ingenuità che ci hanno privato della possibilità di giocare numericamente alla pari con il Pavia – dice il tecnico degli emiliani – nonostante questo ho visto la mia squadra viva fino alla fine, prima in dieci e poi in nove, contro un Pavia che non ha fatto molto più di noi per vincere». Proprio sulla gestione del match Zauli spiega: «Abbiamo provato a cercare Sprocati, che è stato bravo a far salire la squadra e a permetterci di non farci schiacciare – spiega il tecnico – alla lunga però questa inferiorità l’abbiamo pagata, con due uomini in meno era difficile non lasciare spazi e nell’episodio del gol di La Camera, Parola è uscito a chiudere in ritardo e il loro giocatore si è inventato un bellissimo gol. Senza questa conclusione probabilmente sarebbe finita 0-0».
 
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Pavia, la squadra vola ma è fuga dal Fortunati

Azzurri nei play off, eppure gli spettatori sono diminuiti dell’11%




di Luca Simeone wPAVIA Da anni, dopo tante stagioni sofferte, il Pavia non stava così in alto in classifica. Ma in pochi sembrano accorgersene. Gli azzurri di Roselli dopo la vittoria contro la Reggiana di domenica scorsa sono entrati in zona play off, eppure la città del tifo resta fredda, freddissima, se è vero come è vero che il numero di spettatori al Fortunati è addirittura diminuito rispetto all’anno scorso, quando tra l’altro il Pavia disputò per buona parte un campionato disastroso che certo non invogliava i suoi sostenitori. Così da una media di 749 spettatori paganti (abbonati compresi) della stagione 2011-2012, conclusa con una sudatissima salvezza allo spareggio, si è passati ai 667 di questa prima parte di torneo 2012-2013, dunque con un calo dell’11% (secondo quanto riporta il sito www.stadiapostcards.com) per non parlare del raffronto con due anni fa, al rientro in Prima divisione dopo il ripescaggio, quando la media in casa fu di 1.050 spettatori. Quest’anno il risultato è ben più negativo nonostante che il Pavia abbia già giocato al Fortunati con il Lecce, la squadra più blasonata del girone A di Prima divisione (lo scorso anno era in serie A), che non a caso ha fatto registrare il più alto risultato in termini di spettatori (1.336). Quanto appaiono lontani i tempi (in realtà solo qualche stagione fa) in cui era ben altra la media di spettatori che seguivano un Pavia ugualmente lanciato: 2.502 a partita nel 2004-2005 e 2.037 l’anno successivo. I confronti sono purtroppo tutti negativi. Quest’anno il Pavia è al 12° posto nel girone A della Prima divisione quanto a media spettatori, davanti solo a FeralpiSalò, San Marino, Lumezzane, Portogruaro e Tritium. Impietoso soprattutto il confronto con città come Cuneo, con una squadra inferiore a quella azzurra ma che è seguita in casa dal doppio di spettatori. Se poi si prende in considerazione anche l’altro girone della ex C1, il quadro si fa ancora più scoraggiante: nel raggruppamento B di Prima divisione soltanto il Sorrento (appena 394 spettatori in media, ma è ultimo anche nella classifica vera e propria) ha meno supporter del Pavia, sopravanzato anche da Carrarese e Barletta fanalini di coda. Il calo di spettatori, oltretutto, pare colpire solo Pavia e poche altre realtà. Emerge infatti che nel complesso, tra girone A e girone B della Prima divisione, rispetto all’anno scorso la media di presenze allo stadio è rimasta sostanzialmente invariata: da 3.978 a 3.932. E in quasi tutti i casi le società che presentanto un saldo negativo sono anche quelle che stanno disputando un campionato deludente. Un peccato, in ogni caso, questa disaffezione di Pavia verso la propria squadra, che invece oltre a una stagione finora al di là delle aspettative ha regalato spesso gare belle ed emozionanti, basti pensare al doppio 2-2, con duplice rimonta, contro Lecce e Trapani. Se il Fortunati appare semideserto, c’è da rilevare che nelle gare esterne il Pavia può godere del supporto di un nocciolo duro di tifosi che non fa mancare la propria presenza.






Zanchi: «Questo Pavia meriterebbe più tifosi»

L’amministratore delegato sul calo di spettatori nonostante il bel campionato «Per invogliare a venire allo stadio possiamo solo continuare a far bene»

di Luca Simeone wPAVIA La speranza di vedere più pubblico c’era. E, nonostante tutto, rimane. Alessandro Zanchi, amministratore delegato del Pavia, sembra essersi fatto una ragione dello scarso seguito attorno alla squadra, anche quest’anno a dispetto di un ottimo campionato. Ma allo steso tempo non perde la fiducia, anche se i numeri sono abbastanza deprimenti: il Pavia ha perso in media un’ottantina di spettatori a gara rispetto all’anno scorso (-11%), quando gli azzurri per oltre metà torneo disputarono un campionato disastroso. Di più: solo sei club dei 33 totali di Prima divisione hanno una media spettatori inferiore a quella del Pavia. «In generale – dice Zanchi – le nuove norme sull’ingresso negli stadi hanno reso tutto più difficile, e poi molti stadi non sono certo accoglienti, in particolare per le donne o i bambini. Quanto a Pavia, spesso si è detto che i risultati non brillanti potevano giustificare una scarsa affluenza di pubblico, che però è un supporto importante sia per la squadra che per la società. C’è ancora tempo, però credo che questi ragazzi meriterebbero qualcosa di più. C’è anche da dire che il Pavia non possiede quel nucleo importante di tifosi che hanno le società che sono state anche in serie A. Speravamo effettivamente in un interesse maggiore da parte della città, ma non possiamo fare altro che continuare così per cercare di invogliare la gente a venire a vedere la squadra. Tra l’altro in casa il Pavia ha spesso disputato belle gare con avversari anche di rango come Lecce o Trapani: erano gare che valevano il prezzo del biglietto». In società si riflette sulla possibilità di lanciare nuove promozioni, «anche se già l’abbonamento è una forma di promozione, oltre al fatto che noi gestiamo un’azienda e non intendiamo nemmeno svalorizzare il nostro prodotto. Non escludiamo però iniziative per stimolare l’interesse attorno al Pavia, ci stiamo ragionando». Nel frattempo, Zanchi smorza le voci di trattative con eventuali altri partner disposti ad entrare nel club: «Abbiamo sempre detto che siamo ben disposti a parlare con chiunque si dimostri serio, cedendo una quota o persino facendoci da parte se ci fosse qualcuno convinto di poter fare meglio, non dimenticando che in questi anni questa società l’abbiamo fatta crescere. Ma in questo momento non c’è assolutamente nulla».
 
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CITAZIONE (Langbard @ 17/12/2012, 18:33) 
Nell’allenamento pomeridiano Zanini si è fratturato il quinto metatarso del piede: gli esami hanno confermato la rottura, il giocatore verrà immobilizzato per 25 giorni dopo di che si procederà alla fisioterapia. Il resto del gruppo è a disposizione: Redaelli e Meza Colli sono integrati con la squadra, mentre domani verrà valutato il programma di recupero per Scampini dalla lesione muscolare.
 
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Pavia ha il mal di trasferta, nel ritorno solo 4 punti
Capitan Fasano: «Abbiamo affrontato le più forti, la salvezza arriverà»
calcio
prima divisione
La sconfitta con cui il Pavia è tornato da Lecce allunga la serie negativa in trasferta degli azzurri nel ritorno.
Nell’andata la squadra di Roselli aveva conquistato 12 punti lontano dal Fortunati con tre vittorie, altrettanti pareggi e due sole sconfitte: nel ritorno, invece, l’unico successo esterno rimane il 3-0 di Salò all’Epifania. Poi un pareggio a Treviso, e quattro sconfitte a Lumezzane, Chiavari, Carpi e sabato sera a Lecce.
Solo quattro punti fuori casa sono un bottino magro in sei gare, una media di un punto a partita: «Le cifre sono quelle e se ci si ferma al lato statistico non c’è nulla da obiettare – ammette Gianluca Fasano –. Ma se si guarda il nostro calendario del ritorno il discorso può prendere un’altra piega. Al di là delle prove e dei risultati negativi, va detto che abbiamo giocato con squadre che lottano per il primo posto come il Lecce, o per entrare nei play off come Entella, Carpi e Lumezzane. Non parlerei di un Pavia che ha cambiato nettamente il suo rendimento esterno senza valutare gli avversari affrontati».
Da Lecce il Pavia torna senza punti, ma contro una squadra che con la vittoria ha ritrovato il primo posto. E’ stata una sconfitta onorevole o il risultato di un atteggiamento troppo rassegnato nella prima parte dell’incontro?
«Non abbiamo rinunciato – risponde il capitano del Pavia –. La sconfitta è dipesa dalla prova del Lecce. Forse abbiamo fatto un po’ fatica a prendere alto Bogliacino e sul gol dovevamo fare meglio. Anche perché preparando la gara avevamo visto come Giacomazzi cerca spesso inserimenti e potevamo aspettarcelo. E non potevamo nemmeno pensare a disputare una partita a viso aperto perché contro la qualità di giocatori come Falco, che nell’uno contro uno sono micidiali, potevamo solo andare incontro a guai peggiori. Nel finale, poi, ci sono stati un paio di episodi che potevano con un pizzico di fortuna portarci al pareggio. Penso all’occasione di Beretta o all’episodio del fallo di mano in area che l’arbitro non ha sanzionato. E se fosse finita 1-1 oggi saremmo qui a fare tutt’altri discorsi».
Ora il Pavia ha due settimane, approfittando della sosta di Pasqua del campionato, per ricaricarsi per le ultime cinque partite decisive per l’intera stagione: i turni che mancano alla conclusione del torneo di Prima divisione sono sei, ma alla penultima giornata il Pavia osserverà il riposo.
«L’atteggiamento giusto, che abbiamo comunque dimostrato a Lecce contenendo un avversario di qualità superiore alla Prima divisione, dovrà esserci dalla prossima partita interna con la Cremonese – conclude Gianluca Fasano –. Ci manca poco per centrare quella salvezza che è sempre stato il nostro obiettivo e che possiamo centrare cercando di far punti ogni domenica da qui alla fine. Sappiamo di potercela fare e la convinzione non ci manca».
Intanto anche la classifica dopo l’ultima giornata rimane quasi immutata per gli azzurri con cinque lunghezze che rimangono il vantaggio sulla zona play out. Un buon margine anche se meglio non pensarci e, soprattutto, non fidarsi.
Enrico Venni.
 
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Dopo la giornata di riposo concessa da mister Pala, la squadra azzurra si è ritrovata questa mattina agli ordini del tecnico bergamasco per svolgere la consueta seduta di corsa e atletica. Nel pomeriggio l'allenamento è stato invece caratterizzato sull'aspetto tattico e il lavoro con il pallone. Domani e mercoledi sono previste le stesse modalità di lavoro sul sintetico del Mascherpa con doppia seduta di allenamento alle 10h e alle 15h30.

Condizioni fisiche della squadra: Zanini, dopo essere uscito anzitempo nell'amichevole di sabato scorso contro l'Inveruno, ha saltato l'allenamento mattutino a causa di una leggera indisposizione. De Cenco è invece sulla via del recupero dopo aver accusato nei giorni scorsi una periostite ad entrambe le tibie, ma la sua situazione è costantemente seguito dallo staff medico azzurro. Vernocchi ha ripreso ad effettuare una corsa leggera dopo i problemi al ginocchio destro, mentre per Pantaleo i tempi di recupero si annunciano decisamente più lunghi a causa di una distrazione di secondo grado al retto femorale sinistro.
 
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Dopo il grande spavento sul terreno del "Martelli" di Mantova, Andrea Lussardi, ha trascorso una notte tranquilla e le sue condizioni sono stabili. Secondo il bollettino medico diramato stamane, il ragazzo è sveglio e cosciente. I medici del reparto di cardiologia dell'ospedale "Carlo Poma" di Mantova stanno eseguendo tuttavia degli accertamenti strumentali per capire le cause del malore accusato in campo al 27' del secondo tempo nell'incontro di ieri sera contro i virgiliani. Nei prossimi giorni, il 21enne centrocampista azzurro verrà con ogni probabilità dimesso dal nosocomio mantovano e farà il suo ritorno a Pavia, dove effettuerà alcuni esami cardiologici specifici, utili come ulteriore approfondimento del quadro clinico.

 
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Dopo l'eliminazione patita in Coppa Italia contro il Mantova, gli azzurri sono tornati in campo oggi pomeriggio agli ordini di mister Pala. La squadra ha lavorato su atletica e corsa nella prima parte della seduta di allenamento al "Mascherpa". Nella fase conclusiva di lavoro, il gruppo si è trasferito al "Fortunati", dove sotto gli occhi di alcuni tifosi, ha giocato una partitella d'allenamento su metà campo alla quale ha preso parte anche Zanini reduce dal leggero malessere nel prepartita contro il Mantova di domenica scorsa. Reato e Vernocchi hanno svolto un lavoro differenziato a causa dei rispettivi guai alle ginocchia. Nel frattempo, all'ospedale "Carlo Poma" di Mantova, proseguono gli esami clinici per monitorare al meglio la causa del malore accusato da Andrea Lussardi nel secondo tempo dell'incontro di Coppa Italia contro i virgiliani, il 21enne centrocampista dovrebbe essere dimesso nelle prossime 48 ore per poi fare rientro a Pavia.
 
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L'A.C Pavia partecipa al lutto famigliare che ha colpito questo pomeriggio il tecnico Alessio Pala e porge le più sentite condoglianze a lui e tutti i parenti.
 
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A.C. Pavia e TvItaliaWeb sono liete di comunicare a tutti i tifosi il raggiungimento di un accordo per la produzione degli Highlights delle partite interne del Pavia Calcio per la stagione del campionato di Lega Pro Prima Divisione 2013/2014. Le immagini degli incontri, della durata fra i 3 e i 5 minuti, saranno disponibili su entrambi i siti ufficiali delle due Società e sulla piattaforma Sportube LegaPro, presente con un banner all’interno del sito www.paviacalcio.it. Il buon esito della trattativa è stato messo a punto nelle ultime settimane dall’Amministratore Delegato dell’A.C. Pavia, Alessandro Zanchi e dal General Manager di Tv ItaliaWeb Juan Carlos Tudose.
 
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Il Fortunati travestito da piccolo lager

La serata settembrina non era bella, non c'era neanche una stella in cielo, anzi c'erano nuvole minacciose. Percorrevo una strada che non so quante centinaia di volte avevo percorso, perchè fin da ragazzo sono sempre andato al Fortunati a fare il tifo per la mia squadra del cuore, il Pavia calcio. Mi avvicinavo allo stadio con la speranza nel cuore che il Pavia vincesse la partita contro il Savona e a un tratto i miei occhi si posano su gabbie metalliche con pali di ferro piantati malamente nell’asfalto, mi fermo incredulo e mi chiedo se stavo andando ad assistere una partita di calcio o se stavo per addentrarmi in un campo di prigionia nazista. Ho provato veramente tristezza nel vedere un luogo che dovrebbe essere di divertimento per tutti gli sportivi e per le famiglie trasformato in una fortezza militare. Non sto puntando il dito né contro la società Pavia Calcio, che anzi paga lo scotto del degrado del Fortunati, né contro il Comune che ha dovuto adeguarsi a direttive cervellotiche ( penso che in tutta Italia non ci sia un altro stadio dall'apparenza così triste). Mi chiedo però se questa scelta era davvero l'ultima spiaggia. Mi domando se è stata valutata la possibilità di invertire le due curve, e cioè la curva nord farla diventare quella degli ospiti e viceversa, facendo entrare i pullman degli ospiti nel grande cortile adibito a parcheggio e aprire all'interno dello stesso l'apposita biglietteria. Con l'apertura di un cancello interno gli ospiti si troverebbero sugli spalti della curva senza nessun contatto con il pubblico pavese. Mi scuso della mia presunzione, ma l'aspetto esterno del Fortunati grida vendetta . Giuseppe Lanfranchi
 
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Zanchi, fiducia dopo l’addio «Il Pavia resterà in Lega Pro»

L’ad Alessandro: «Sono sicuro che ci sarà qualcuno che continuerà al nostro posto»

di Luca Simeone wPAVIA L’annuncio dell’addio della famiglia Zanchi al Pavia, a fine stagione, ha già scatenato reazioni e commenti in città. La replica della società arriva per bocca dell’amministratore delegato Alessandro Zanchi. Quando è maturata la decisione di lasciare il Pavia e quali sono stati i motivi? «La decisione è stata presa dopo una serie di riflessioni, sicuramente non da un giorno all’altro. Non vorrei che passasse il messaggio che la famiglia Zanchi se ne va perché la città non l’ha aiutata. E’ stato un insieme di elementi». Non ci pensavate già all’inizio della stagione? «No, se così fosse non avremmo allestito una squadra, avremmo fatto giocare la Berretti sin dall’avvio». Da alcuni mesi giravano voci di difficoltà nei pagamenti ai fornitori. «Sono solo voci, alle quali non ho intenzione di andare dietro». Quanto ha pesato la decisione dello sponsor principale di lasciare? «Ha avuto un peso, ma non così determinante. Zoncada era sicuramente il più importante, ma nel complesso abbiamo perso sponsorizzazioni per 250 mila-300 mila euro». Nel recente passato a quanto pare ci sono state offerte per rilevare il Pavia. Perché non le avete accettate? «Facciamo chiarezza. Più di un anno fa l’avvocato Alessandro Rampulla ci ha contattato perché Pierpaolo Gherlone e Massimo Venturini avevano manifestato l’interesse a rilevare il club, ma in quel caso non si può dire nemmeno che ci sia stata una trattativa vera e propria». Poi c’è stata la cordata per la quale ha fatto da tramite Massimo Londrosi, ex ds del Pavia. «Ho letto l’intervista a Londrosi e le cose non sono andate come le racconta lui. Si è presentato tra dicembre 2012 e genaio 2013 assieme a un commercialista, dicendo che c’era un gruppo di persone interessate ad acquisire il Pavia. All’inizio avrebbero voluto rilevare la totalità delle quote, ma noi gli abbiamo spiegato che fare un passaggio in corso di stagione sarebbe stato tecnicamente difficile, per cui gli abbiamo proposto di cominciare acquisendo un 30-40% per poi rilevare in estate la maggioranza: ciò doveva essere sancito con un accordo scritto. Ma nel momento in cui ci siamo incontrati per ricevere la loro offerta, tale offerta non è stata formulata. Da allora nessuno si è fatto più sentire». Avete valutato il club 2 milioni di euro, non vi pare troppo? «La nostra famiglia non ha mai dato una valutazione della società e non intendiamo certo fare delle trattative pubbliche sul giornale». La valutazione di 2 milioni però sta nei fatti: i soci entrati di recente hanno pagato 20.000 euro ogni 1% di quote. «Quello è stato il valore convenzionale stabilito con i soci che sono entrati con piccole quote e le cui risorse sono andate direttamente alla società. Il valore complessivo della società implica un esame accurato, un processo di due diligence. E non so da cosa derivi la cifra di 4,5 milioni di euro che secondo Londrosi dovrebbe sborsare chi vuole comprare il Pavia. A me sembra che queste valutazioni prive di fondamento servano solo a danneggiare il club. I 4,5 milioni sono una cifra fuori dal mondo, detta da chi non sa nulla: quando si parla di costi della stagione attorno ai 2-2,5 milioni ci si dimentica che ci sono anche i ricavi, e negli ultimi anni il Pavia solo dai contributi ha incassato oltre 1 milione di euro a stagione». Resta il fatto che avete detto che il 30 giugno lascerete il Pavia. Ciò significa che se a quella data non ci sarà un acquirente, il Pavia non sarà iscritto al campionato e dovrà ripartire dai dilettanti. «Noi abbiamo un fortissimo interesse a che il Pavia non scompaia dai professionisti, ma vogliamo trovare delle persone serie e affidabili che gestiscano la società in maniera corretta». Ma se non si troverà nessuno? “Noi abbiamo scelto di comunicare pubblicamente e in tempi corretti la nostra volontà di uscire dal Pavia perché ci pareva corretto nei confronti dei tifosi, della città, dei media. E siamo impegnati a lavorare per trovare in questi mesi una soluzione che dia continuità alla società. Noi ci teniamo al bene del club, a differenza di chi parla soltanto”. Insisto: e se nessuno si fa avanti che succede al 1° luglio? «E’ una domanda alla quale non posso rispondere adesso. E non capisco perché si debbano vedere le cose sempre in negativo: il Pavia potrebbe avere dei nuovi proprietari in grado di dare prospettive migliori rispetto a chi va via. Sono convinto che il Pavia sarà iscritto al campionato e che qualcuno andrà avanti al posto nostro». La vostra decisione è definitiva? «Ribadisco quello che c'è scritto nell'intervista di mio padre al nostro sito. Tra l’altro mi pare che abbia innescato qualche interesse: il sindaco e l’assessore hanno detto di essere già al lavoro per trovare delle persone disposte a entrare nel club e anche io negli ultimi giorni ho ricevuto parecchie telefonate. D’altronde Pavia quest’anno è città europea dello sport e la squadra l'anno prossimo avrà la possibilità di disputare il campionato di Lega Pro unico». Dopo il Pavia ci saranno altri club di calcio per gli Zanchi? «L’idea di riprendere in mano un club di calcio è quanto di più lontano da noi in questo momento. Intanto c’è da chiudere al meglio una stagione, con una squadra che sta provando a dare il massimo. Si è parlato di smobilitazione, ma anche a gennaio abbiamo preso dei giocatori veri. Sette anni al Pavia sono tanti, belli ma per certi versi logoranti. Pavia comunque è una piazza con molti punti a favore: si può fare calcio in maniera serena, con tifosi educati e anche intelligenti, la società ha impianti belli, che siamo stati noi a realizzare». I lavori di rifacimento dello stadio possono essere un elemento di attrattiva per chi volesse rilevare il club? «Certamente, e noi siamo disponibili a seguire l’iter per la realizzazione del progetto sul Fortunati. Credo però che il Pavia abbia appeal anche senza uno stadio nuovo da costruire».
 
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